Tra le piante legate al Natale le più famose sono, ovviamente, la Stella di Natale e l’Abete, ma in realtà sono tante quelle tradizionalmente legate a questa festività, ed alcune hanno delle storie molto dolci e tutte legate a piccoli protagonisti.
È il caso, ad esempio, dell’Elleboro, conosciuto proprio come Rosa di Natale. Questa pianta è protagonista di alcune storie scandinave (una versione molto bella la trovate nel racconto di Selma Lagerlof, intitolato proprio La leggenda della rosa di natale) e di una leggenda cristiana.
Quest’ultima racconta di quando i Magi giunsero alla stalla dove era nato il piccolo Gesù, carichi dei loro preziosi doni. Ad assistere alla scena, con il gruppo dei pastori, c’era una bimba, e anche lei avrebbe voluto portare un dono a Gesù, ma era povera e non aveva nulla da offrire. Dal suo innocente pianto di bimba, che si riversava sul terreno, nacquero per miracolo dei bellissimi fiori bianchi col centro dorato. Nacquero così le Rose di Natale.
La romantica storia è associata al periodo di fioritura di questa splendida pianta, all’inizio dell’inverno, proprio intorno a Natale. L’Elleboro è ovviamente una pianta antichissima, conosciuta fin dall’antica Grecia, ma mantiene intatta la sua bellezza ed eleganza.
Un’altra pianta tipica del periodo natalizio è l’Agrifoglio, con le sue foglie appuntite e le bacche rosse! L’Agrifoglio, il cui nome botanico è Ilex, viene erroneamente chiamato anche Pungitopo, ma, ad essere precisi, il pungitopo è un altro tipo di pianta, molto simile nell’aspetto, ovvero il Ruscus aculeatus. Tuttavia questo nome comune è rimasto associato ad entrambe le piante per il loro utilizzo: nelle epoche passate le foglie secche di entrambe le piante erano utilizzate per difendere i cibi conservati nelle dispense dai topi. Gli aculei delle foglie, infatti, aiutavano a tenere lontani i roditori.
Questo strano “potere” difensivo ha fatto dell’Agrifoglio una pianta propiziatoria della buona fortuna, soprattutto durante il periodo più duro per il popolo, l’inverno.
Il protagonista della leggenda del Natale è in questo caso un pastorello. Anche lui si avvicinava alla stalla dove era nato Gesù, e, come dono, aveva preparato con le sue mani una corona con degli sterpi trovati mentre pascolava le pecore. Nel trovarsi davanti a Gesù, però, fu preso da vergogna, per la povertà del suo dono, e si mise a piangere. Le sue lacrime, bagnando la corona, ravvivarono le foglie fino a farle diventare lucide, e, in questo bellissimo verde, spuntarono tante bacche rosse. La vera bellezza si nasconde nel cuore dei puri.
Anche la Stella di Natale, in realtà, ha una leggenda legata al pianto di una bimba, ed è originario del Messico, patria natale di questa pianta. Si narra che, nella notte di Natale, fosse d’uso donare un mazzo di fiori in chiesa, come dono per la nascita di Gesù, ma questa bimba non poteva permettersi nemmeno un piccolo fiore. Mentre piangeva, però, un angelo si recò da lei e le disse che non era necessario utilizzare fiori grandiosi per dire a Gesù che lo amava, e di raccogliere le erbe che trovava lungo la strada. Quelle sarebbero bastate. Così, al mattino, la bimba si recò in chiesa, e lungo il tragitto raccolse tutte le erbe che trovava, facendone un bel mazzo ricco. Nonostante gli sguardi di disapprovazione delle altre persone posò questo grande mazzo insieme a quelli più ricchi ed eleganti e all’improvviso le foglie verdi e rovinate si colorarono di un bel rosso vivo. Nacquero così le Stelle di Natale.
La radice comune di queste leggende è facile da cogliere: nel Natale la cosa più importante non sono i doni o la ricchezza, ma la bontà del nostro animo. E la Natura in questo è da sempre maestra.
Buon Natale a tutti!